La paura fa comodo al sistema

La paura di perdere il lavoro, la casa, la salute, di rimanere senza soldi, pensare di non avere un futuro, fanno parte ormai della quasi totalità delle persone, e poche ne sono escluse, questo modo di pensare ormai comune si riflette nella vita di ogni giorno.

La crisi è del sistema (economico e del potere), dei valori mendaci inculcati da sempre, la crisi tanto sbandierata dai media può diventare un’ opportunità di risveglio per liberarci dai parassiti del sistema socio-politico-economico. Leggi il seguito di questo post »

Ladri Di Energia

Fin dai giorni degli illuminati di Baviera,questa cospirazione mondiale per il rovesciamento della civiltà, e la ricostruzione della società sulla base dello sviluppo bloccato,dell’invidia malevola e dell’impossibile eguaglianza è cresciuta costantemente”.

Così affermava Winston Churcil nella metà degli anni cinquanta, perché ad uno come lui non erano certo sfuggiti certi segni e comportamenti a livello internazionale da parte di chi aveva vinto la seconda guerra mondiale.

Con la rivoluzione industriale, la tecnologia è cresciuta ad una tale velocità,che ha reso possibile raggiungere risultati da poter gridare al miracolo, o alla stregoneria, a seconda dei punti di vista, ( alcuni affermano che tale salto tecnologico è frutto della retro-ingegneria aliena, cioè lo studio di tecnologia riguardante manufatti o velivoli di origini extraterrestre a partire dalla metà degli anni quaranta), ma per il momento rimaniamo negli affari terrestri. Leggi il seguito di questo post »

LA FUSIONE FREDDA DIVENTA REALTÀ

UNA “MACCHINA” POTENZIALMENTE RIVOLUZIONARIA

La fusione fredda non solo sembra essere possibile, ma può produrre molta più energia di quanto si pensasse. È stato messo a punto un sistema in grado di produrre, più energia di quanta viene fornita al sistema. la tecnologia, potenzialmente rivoluzionaria per la sua facilità di applicazione su piccola o grande scala e per i materiali economici con cui può essere realizzato un generatore, è tutta italiana. Infatti,il 14 gennaio, in un laboratorio nella zona industriale di Bologna, è stato presentato al pubblico da due scienziati italiani – Sergio Focardi, un noto fisico dell’Università di Bologna e Andrea Rossi, un ingegnere chimico – un apparato capace di produrre energia sfruttando una reazione tra nichel ed idrogeno. La conferenza stampa di presentazione, organizzata in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), è stata accompagnata da una dimostrazione del funzionamento del sistema e da verifiche svolte da fisici indipendenti.

BREVE DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE

Il prototipo di Rossi e Focardi produce energia attraverso reazioni esotermiche altamente efficienti fra atomi di idrogeno e atomi di nichel all’interno di un tubo metallico. Il tubo è inizialmente riscaldato, con l’apporto di energia esterna, a una temperatura compresa fra 150 °C e 5.000 °C, ma dopo poco tempo, iniziata la reazione fra idrogeno e nichel, e non occorre apportare nuova energia dall’esterno. L’idrogeno viene iniettato nel tubo metallico, che contiene polvere di idrogeno altamente pressurizzata a una pressione compresa fra 2 e 20 bar. Alcuni nuclei di idrogeno, Grazie all’alta pressione e temperatura, riescono ad essere catturati dai nuclei di nichel, con la conseguente trasformazione dell’atomo di nichel in rame e la liberazione di una grande quantità di energia termica. L’apparato, quindi, funge da catalizzatore per reazioni nucleari a bassa energia. L’avvenuta “fusione fredda” è confermata proprio dalla produzione di rame e dal rilascio di energia corrispondente.

Il processo alla base del reattore messo a punto dall’ingegner Rossi con la collaborazione di Sergio Focardi, sarebbe dunque la celebre “fusione fredda”, di cui si sente parlare ormai da anni. La fusione fredda è un processo di fusione nucleare,che coinvolge due nuclei atomici, i quali venendo a stretto contatto, si fondono liberando energia – questo avviene tramite reazioni nucleari a bassa energia, e non ad alta temperatura come nelle stelle o negli acceleratori di particelle. Tuttavia, sebbene il reattore di Rossi e Focardi funzioni, né i suoi inventori né altri fisici che lo hanno visionato in Italia e all’estero sono stati in grado di spiegarne in dettaglio il funzionamento, ma solo di intuirlo a grandi linee. In ogni caso, quello realizzato a Bologna è un prototipo perfettamente funzionante di reattore a nichel-idrogeno (Ni-H). Sebbene non si sappia come un protone di idrogeno possa entrare in un nucleo di nichel,è ciò avviene. E questo è sufficiente per dare inizio a una possibile rivoluzione nel settore dell’energia.

Nel prototipo di reattore di Rossi e Focardi, all’interno del tubo in cui i nuclei di idrogeno si fondono con quelli di zinco, si rinvengono granuli di nichel fuso (che fonde sui 1500°C) a fronte di un riscaldamento esterno a temperature molto più basse, e si osserva anche dello zinco. Non essendo questo metallo presente fra i componenti inizialmente inseriti nel tubo, si ritiene che sia prodotto da una reazione di fusione fra un atomo di nichel e due atomi di idrogeno. Questo dimostrerebbe che, nella tecnologia messa a punto dai due inventori, si realizzano più reazioni di fusione del nucleo di nichel che generano atomi instabili più pesanti. Inoltre, dopo aver generato energia, nelle polveri presenti nel tubo si trovano isotopi di rame e atomi di elementi più leggeri del nichel, come zolfo, cloro, potassio e calcio. Questo sembrerebbe indicare che, oltre alla reazione di fusione, nel nucleo si realizza un fenomeno di fissione nucleare (che è l’inverso della fusione nucleare), il quale produce atomi stabili più leggeri.

ENERGIA PRODOTTA

L’energia esterna fornita al sistema è l’elettricità necessaria per l’accensione della resistenza che serve a riscaldare il tubo dove avverranno le reazioni: l’energia occorrente al prototipo per tale accensione è di circa 1 kW, ma scende a 400W dopo pochi minuti, e ha consentito all’apparato di produrre circa 15 volte l’energia fornita dall’esterno (ma è possibile crearne molta di più). Tale energia in eccesso è rilasciata dal sistema poiché il rame che si forma nella reazione di fusione è in realtà un isotopo di rame, il quale subisce un decadimento radioattivo in seguito al quale si libera una notevole energia. Quest’ultima è, teoricamente, pari alla differenza tra la massa (energia) complessiva iniziale della coppia “idrogeno + isotopo di nichel” e la massa (energia) dello stato finale, rappresentato dall’isotopo di rame. Pochi grammi di nichel e idrogeno, quindi, possono produrre una quantità di energia equivalente a quella di migliaia di tonnellate di petrolio. E il nichel è uno dei metalli più abbondanti sulla crosta terrestre.

‘aspetto senza dubbio più sorprendente del reattore di Rossi-Focardi è lo scarsissimo consumo di “ingredienti” nella produzione dell’energia. Infatti, una volta che, dopo il riscaldamento iniziale ottenuto fornendo energia esterna, le reazioni si sono innescate all’interno dell’apparato, esse si autosostengono, e la macchina produce in maniera continuativa energia termica, in quantità facilmente determinabile misurando quanta acqua viene vaporizzata al secondo. Il prototipo mostrato in pubblico, ad es., ha vaporizzato 13 litri d’acqua in circa 1 ora, ed è in grado di produrre un’energia termica fino a 10-12 kW, come una caldaia a pellet domestica. Ma oltre a richiedere pochissima energia, la macchina “consuma” pochissimo: picogrammi di nichel e idrogeno per produrre chilowatt. Dunque, con questa rivoluzionaria tecnologia, il “combustibile” non rappresenta certo un problema: secondo Rossi, con 1 grammo di nichel è possibile ottenere la stessa energia che sarebbe ottenibile bruciando 500 kg di petrolio.


Parte 2 Parte 3

LA FUSIONE FREDDA

La misteriosa reazione nucleare, che avviene con la fusione di atomi leggeri, viene ancora oggi studiata in molte parti del mondo. Perché é stata tanto ostacolata? A quali risultati sono arrivati i ricercatori? In questa breve rassegna, ipotesi e speranze per la risoluzione dei problemi energetici ed ecologici del pianeta Terra.

Il 25 marzo 1989 é la data storica in cui due coraggiosi ricercatori dell’Università di Salt Lake City (Utah – USA), Martin Fleischmann e Stanley Pons, annunciarono alla stampa l’aver trovato un modo molto semplice e poco costoso per produrre energia pulitissima: l’energia derivata dalla fusione di atomi di deuterio (isotopo dell’idrogeno) a bassa temperatura. In sostanza l’energia del futuro. Nonostante che i due scienziati disponessero di risultati ben documentati, successivamente riprodotti in più di duecento laboratori sparsi in tutto il mondo, si innescò una inconcepibile serie di polemiche ed anche qualcosa di più.

Una campagna di disprezzo, in particolare, venne imbastita dai loro colleghi, studiosi della fusione calda , così denominata perché necessita di milioni di gradi di temperatura ed inoltre di ingenti risorse economiche. Ed anche la stampa e le riviste specializzate rivolsero pesanti critiche al loro operato. Il risultato fu che, dopo il terremoto scatenato dall’entusiasmo per l’annuncio rivoluzionario, seguì un crescente scetticismo, sconfinato in precise minacce per i due ricercatori. Essi scomparvero per alcuni mesi, fino a quando approdarono a Nizza. Qui stanno ancora lavorando per il loro progetto in un laboratorio privato finanziato con nove milioni di dollari dalla IMRA Europe S.A., impresa affiliata alla giapponese Toyota.

Nella titanica lotta di interessi di ogni tipo, il movimento scientifico scaturito dalla fusione fredda é ancora vivo e i risultati raggiunti sono da tenere veramente nella più alta considerazione, nonostante che essi producano energia di tipo calorico, cioé una forma non nobile, ma pur sempre benedetta. Inoltre i ricercatori si incontrano annualmente per scambiarsi pareri e risultati. A differenza della tecnica studiata e portata avanti da circa 40 anni per attuare la fusione calda degli atomi di idrogeno, sfruttando enormi macchine capaci di far arrivare la temperatura interna anche a centinaia di milioni di gradi, la fusione fredda proposta da Fleischmann e Pons si basa sul principio dell’elettrolisi e sfrutta un’apparecchiatura semplicissima.

Facendo passare elettricità tra due elettrodi, uno di palladio e l’altro di platino, immersi in acqua pesante D2 0 (dove D é il simbolo del Deuterio) si può produrre una quantità di energia molto superiore a quella immessa. Secondo quanto sinora accertato, nel reticolo cristallino del Palladio si crea una forma di fusione ancora misteriosa, tra i nuclei di deuterio. Il mistero é questo: come può avvenire una fusione tra due nuclei i quali, essendo dotati di stessa carica positiva, in realtà dovrebbero respingersi in maniera molto potente per effetto della forza coulumbiana?


Negli ultimi anni poi sono state sviluppate nuove tecniche che in verità hanno maggiormente aumentato il mistero, come l’uso di particolari accorgimenti sugli elettrodi soprattutto l’uso di acqua normale. Si, proprio l’acqua del rubinetto. Risultati sorprendenti mostrano rendimenti energetici addirittura del 900%. A qualcuno questo non va assolutamente bene. E allora si creano i problemi: ci sono in ballo ricchissimi brevetti e il Premio Nobel.

Le teorie della “scienza” sentono in pratica il profumo dei soldi. non secondario é il problema economico: cosa succederebbe, tra l’altro, se tale reazione nucleare arrecasse del benessere a tutta la popolazione mondiale e nello stesso tempo risolvesse il crescente inquinamento del pianeta? Ci accorgiamo purtroppo che il vero problema é l’uomo. Sicuramente il suo spirito é ammalato. Uno spirito che ha portato la scienza in un vicolo cieco dove la saggezza é tuttora evanescente. Ci si chiede poi: é possibile oggi, ed era possibile nei decenni passati rimettere le cose al loro giusto posto per dare un futuro migliore ai nostri figli? La risposta é inesorabilmente affermativa, ma é la volontà dell’uomo che deve entrare in azione per far emergere concretezza e dignità.

Dall’analisi storica di questa vicenda si può capire come le scelte abbiano potuto determinare una simile situazione, dove l’interesse personale o delle lobby, é sempre prevalso su quello della collettività. Di conseguenza il modo di produrre energia col metodo della combustione ha sempre avuto il sopravvento, ma i mezzi per cambiare li potevamo già avere sin dagli anni venti e addirittura anche prima. Per restare nel tema della fusione nucleare fredda, ricordiamo l’esempio del chimico tedesco Friedrich Paneth.

Questo ricercatore, ancora sconosciuto, nell’anno 1926 pubblicò sull’ “Annuario della Società chimica tedesca” il rendiconto dei suoi esperimenti sulla fusione. Recentemente tali studi sono stati ripresi dal prof. Vyaceslav Alekseyev, direttore del Laboratorio sulle Energie Rinnovabili dell’Università di Mosca. Un altro avvenimento, che reputo di fondamentale importanza é lo studio che Enrico Fermi intraprese negli anni ‘30, per creare un generatore artificiale di neutroni. La nota, a firma di Amaldi, Rasetti e Fermi, venne pubblicata su “La Ricerca Scientifica” nel 1937 e dove si dimostrava la possibilità di sfruttare la reazione atomica:

per produrre neutroni necessari per bombardare gli atomi. Per realizzare tale impianto Fermi ebbe necessità di usare acqua pesante, cioè un bersaglio contenente un’alta percentuale di Deuterio allo stato solido. Visto il notevole sviluppo di calore, si dovette ricorrere all’aria liquida per mantenere a bassissima temperatura il blocco di ghiaccio. Forse tutto ciò non é una reazione di fusione nucleare fredda? Anzi, superfredda. Perché allora non venne mai proposta e applicata ? Andando avanti nel tempo, ci sono stati notevoli esempi di questo tipo di reazione, sfruttabile in vario modo, fino ad arrivare al fatidico 25 marzo 1989.

Da quel momento centinaia e centinaia di ricercatori si sono costantemente impegnati, nonostante le notevoli avversità, per portare avanti uno dei migliori sistemi per produrre energia pulita. Nel Congresso di Nagoya (Giappone) negli anni novanta, si sostenne che si doveva aprire un nuovo capitolo nella storia della fisica e cioé la nascita della “fisica nucleare dello stato solido”. In questa occasione un medico della Pennsylvania (USA) e Presidente della Hydrocatalysis Power, Randell Mills, annunciò di essere riuscito ad ottenere, con acqua normale, risultati ancora migliori di quelli fino ad allora conseguiti e cioè una reazione con un rendimento del 900%.


Naturalmente anche in Italia ci sono alcune Università che studiato il fenomeno. Tra i ricercatori italiani dobbiamo citare, senza dubbio, il prof. Giuliano Preparata, uno degli uomini ancora capaci di lottare per la fusione a freddo e di denunciarne la pericolosa situazione di insabbiamento ed in particolar modo l’”intrappolamento” dell’ingegno di Fleischmann e Pons. Recentemente ha dichiarato: “Il fatto che la fusione a freddo sia una small science, e quindi difficile da governare da parte delle oligarchie scientifiche e finanziarie, ne ha permesso, nonostante tutto, la crescita a tal punto che oramai mi sembra molto improbabile che essa scompaia nel nulla, senza portare a maturazione nel giro di qualche anno le idee che ne permettono lo sfruttamento industriale su larga scala”. In questi ultimi otto anni in effetti la ricerca ha raggiunto un accettabile livello nel cercare di creare energia a basso costo senza l’incubo dell’inquinamento o di altre diavolerie simili.

Ma quando i risultati potevano avere già applicazione industriale, una mente invisibile é riuscita ancora a fermare i più audaci. Consola il fatto che molteplici scienziati, i nuovi apprendisti alchimisti, avessero nel loro spirito la volontà di rendere la vita più sana e più facile al loro prossimo. La natura ancora non ci svela completamente i suoi segreti, e questo perché il materialismo dell’uomo ancora non accetta le leggi dello spirito. E’ un nodo che dobbiamo sciogliere prima o poi perché l’evoluzione dell’uomo verte sulla conoscenza profonda della vita, in tutte le sue innumerevoli espressioni a forme, e sulle leggi che la governano.

Rimane indelebile nella mia mente una dichiarazione di un insigne scienziato italiano, Gianfranco Valsé Pantellini: “Mendeleev ha parlato di elementi leggeri, elementi medi e elementi pesanti. Tutta la fisica atomica attuale é basata sull’uso di elementi pesanti. Però il fondamento della FISICA ATOMICA della NATURA, il meccanismo base che consente lo scorrere della vita é dato proprio dagli elementi leggeri e dalla loro suscettibilità di trasmutare a bassa energia”.

C. Paglialunga